Dal debutto al Salone di Ginevra del 1966 fino agli ultimi esemplari degli anni ’90, la Spider Alfa si scopre
Prima fu Giulietta Spider, in seguito Giulia Spider. La linea, pressochè identica tra le due, è opera di Pininfarina. E fu proprio il suo stile a farne una delle auto icona della Dolce Vita, al punto da farne, nell’immaginario collettiva, la fidanzata d’Italia.
Non facile disperdere tale eredità con il nuovo modello, pure negli anni che segnano l’epoca d’oro del design italiano e dei suoi migliori interpreti. Ma quella che si preannunciava come una sfida difficilissima da portare a compimento, si trasforma in uno dei più grandi successi dell’Alfa Romeo e di Pininfarina, che ancora una volta curò la linea della due posti del Biscione.
Indice dell’articolo
- Ginevra 1966: nasce l’Alfa Romeo Spider
- Alfa Romeo Duetto o Alfa Romeo Spider?
- Il vantaggio del nome Duetto e la difficile scelta
- Il Duetto e lo sbarco in America
- I numeri di un successo: le vendite del Duetto
- Le evoluzione della Spider: le molte vite del Duetto
- Le ultime evoluzione della Spider: ed è subito Istant Classic
Ginevra 1966: nasce l’Alfa Romeo Spider
Il debutto in società della nuova spider Alfa Romeo avviene al Salone di Ginevra del 1966. Non passa inosservata: la personalità del suo disegno ne fa una delle auto più longeve nella storia dell’automobile, con l’ultimo esemplare che lascia la rete di vendita Alfa Romeo nel 1995 (la produzione era già terminata due anni prima).
Come si accennava poc’anzi, il disegno della carrozzeria è opera di Pininfarina: più nel dettaglio, la nuova spider del Biscione è l’ultimo studio stilistico personalmente condotto da Battista Pininfarina, che ne fa una sorta di testamento, evolvendo ed integrando alcuni elementi utilizzati su prototipi e studi dello stesso carrozziere (come l’Alfa 6C 3000 CM Superflow IV). Tratto saliente di tutta la vettura è il cosidetto profilo a osso di seppia, caratterizzato dal frontale e dalla coda arrotondati che digradano verso il basso. In particolare, la bassezza del frontale determina la peculiare posizione dello scudetto Alfa Romeo, che va ad interrompere il paraurti anteriore; soluzione ripresa al posteriore, dove invece è l’alloggiamento per la targa ad interrompere la continuità del paraurti posteriore, che in questo caso termina con dei rostri rivestiti in gomma. Infine, la fiancata presenta una scalanatura convessa che la percorre a tutta lunghezza, partendo dal parafango anteriore per terminare in coda sovrapponendosi al passaruota posteriore. Tutte queste soluzioni ne fanno un’auto dall’aerodinamica molto curata per l’epoca.
Guardando sottopelle la nuova scoperta della Casa milanese, si scopre che la piattaforma utilizzata è quella della Giulia con passo accorciato a 2,25 metri, su cui è installata la meccanica della Giulia Sprint GT Veloce: motore di 1.570 cm3 bialbero in lega leggera da 110 cavalli a 6000 giri al minuti dotato di due carburatori doppio corpo orizzontali Weber 40 DCOE 27. La trazione è posteriore, il cambio è meccanico a 5 marce con retromarcia. Il peso in ordine di marcia è di 990 kg, mentre a pieno carico segna 1.200 kg. La velocità massima è di 185 Km/h.
Alfa Romeo Duetto o Alfa Romeo Spider?
La nuova spider Alfa Romeo ha quindi molti assi nella manica, ciò che veramente manca è un nome distintivo e memorabile. Infatti, al momento della presentazione, la sua denominazione ufficiale è semplicemente 1600 Spider, non certo un portento di fantasia. E’ così che, appena dopo la sua presentazione, i vertici Alfa Romeo decidono di bandire un concorso per trovare un nome alla nuova vettura. Con una (riuscitissima) operazione di marketing, nei concessionari Alfa Romeo di tutto il mondo furono distribuite centinaia di migliaia di cartoline sulle quali indicare la propria proposta. Su ogni cartolina era riportata la dicitura Spider 1600: dategli il nome. Diventerà famoso. In palio proprio un esemplare del nuovo spider.
L’iniziativa fu un vero e proprio successo: le cartoline che tornarono al Portello (allora sede Alfa Romeo) furono 140.501, di cui moltissime (oltre 15.000) provenienti dall’estero, tra cui anche quelle del principe d’Olanda. Molti particolari sulle proposte ricevute e sulla scelta effettuata sono arrivati a noi grazie alle parole dell’ingegnere poeta Leonardo Sinisgalli, nonchè esponente della giuria dedicata, raccolte in un’intervista della RAI. Ad esempio, in merito ai nomi e alle categorie più gettonate, scopriamo che:
C’è stato un plebiscito intorno a quattro/cinque nomi popolari, per esempio sul nome di Pininfarina con più di 3 mila / 4 mila proposte arrivate, poi un altro nome su cui c’è stato un plebiscito quasi totale di 3, 4 mila voti è stato Squalo, poi un’altro nome Sabrina, Giuliana, Donata, Patrizia, eccetera; nomi di pesci, nomi di venti, nomi di fiori, località turistiche, da Acapulco a Capri […]. Poi altre categorie i nomi delle artiste, tutte le dive, le regine, delle principesse che fanno le attrici. Poi i nomi di condottieri, i nomi di piloti famosi, per esempio Nivola, nomi di attualità […], nomi di animali, nomi di sommi del passato: Michelangelo, Dante, Leonardo.
Il vantaggio del nome Duetto e la difficile scelta
Se molti anni più tardi un prototipo con nome Nivola fu realmente presentato, non è stato però scelto per lo spider Alfa. Analizzando quanto dichiarato, non si può certo dire che i partecipanti al concorso siano stati particolarmente creativi. A tal proposito, sempre Sinisgalli dichiara:
Io credo che sono tutti nomi presi dai vocabolari, dai dizionari, dalle enciclopedie. Un grande sforzo di fantasia non c’è stato, nessuno ha inventato un nome come Kafka quando inventò Odradek, questo non lo ha fatto nessuno.
E, con tutta l’ammirazione possibile per lo scrittore boemo, c’è da esserne sollevati. Ma quindi, come si è giunti alla scelta di Duetto, il nome vincitore?
Come parola di due sillabe (Duetto, ndr), dalla pronuncia pulita, chiara, e anche dalla grafia stretta, con queste D e queste T, è già un bel nome, un nome raffinato. E’ un nome il cui senso non si consuma subito e che vorrà dire armonia doppia, nel senso che questa macchina realizza un’armonia tra la grazia e la forza, e nello stesso tempo armonia in coppia, cioè tra chi la guida ed il suo o la sua partner.
Il nome Duetto non fu però proposto da un solo partecipante:
Ci sono stati quattro autori di Duetto, tra cui una signora inglese: il vantaggio di questa parola è che rimane intraducibile, è così in tutte le lingue, dal linguaggio della musica italiana.
Scelto il nome, si è quindi dovuto procedere ad estrarre a sorte il vincitore dell’auto in palio:
E’ stato estratto un bresciano, un uomo serio, di cultura. Si chiama Guidobaldo Trionfi, il nome di un predestinato!
Il nome Duetto ha tutte le carte in regola per divenire di successo, tranne una: i diritti per il suo utilizzo. Ne nacque ben presto un contenzioso legale con la Pavesi, che solo l’anno precedente aveva lanciato sul mercato una merendina con lo stesso nome. Il Tribunale di Milano diede ragione alla Pavesi, che ne ottenne l’uso esclusivo. Tuttavia, l’eco mediatica che tutta la vincenda ebbe, portò la spider Alfa ad essere universalmente conosciuta come Duetto, nonostante le unità su cui fu realmente utilizzata furono solo 190.
Il Duetto e lo sbarco in America
Per quanto molto amate in Europa, il mercato d’elezione per le spider (e per le vetture aperte più in generale) è quello statunitense: in questo paese, infatti, le scoperte italiane sono molto apprezzate oltre che per le loro doti tecniche ed estetiche, anche per essere il simbolo di quella Dolce vita tanto ammirata e idealizzata anche oltreoceano. Non è quindi un caso se sia la Giulietta Spider che l’Alfa Duetto siano nate grazie anche alla forte pressione esercitata dall’importatore americano delle Alfa Romeo sulla Casa Madre.
Proprio in considerazione di questi aspetti, nonchè del successo ottenuto dalle precedenti Giulietta e Giulia Spider, per il lancio della nuova Spider negli Stati Uniti era necessaria l’ideazione di iniziative dal grande impatto mediatico. L’occasione si presentò con l’organizzazione di una mostra a New York dei più importanti prodotti dell’industria italiana, tra cui la turbonave Raffaello, in servizio proprio nella tratta Genova-New York. E’ l’11 maggio del 1966 quando dal capoluogo ligure parte per il suo viaggio la Raffaello, con a bordo 3 esemplari della nuova Alfa Romeo Spider. E’ un evento unico nel suo genere, con le Duetto libere di girare sul ponte della turbonave. E senza dubbio un’altra riuscitissima campagna di marketing per la nuova spider Alfa, anche se la sua vera consacrazione avvenne con la partecipazione della vettura al film Il Laureato con Dustin Hoffman: The Graduate, tradotto. E proprio come The Graduate sarà conosciuta negli Stati Uniti quella che per noi è invece il Duetto.
I numeri di un successo: le vendite del Duetto
La nuova Alfa Spider ebbi quindi fin da subito una rilevanza mediatica di prim’ordine. Ma le vendite? Vediamo alcuni numeri: nel biennio 1966-67 furono prodotte 6.325 esemplari di 1600 Spider. Potrebbero sembrare poche, ma sono invece un numero assolutamente rilevante, stante il periodo storico ed il posizionamento della Spider Alfa. Questi numeri saranno mantenuti, ed anzi cresceranno, negli anni seguenti, permettendo al Duetto di essere costruito nei suoi quasi trent’anni di carriera in oltre 124 mila esemplari.
Le evoluzione della Spider: le molte vite del Duetto
Un primo aggiornamento del Duetto arrivò già l’anno successivo, quando la cilindrata del motore fu incrementata a 1.779 cm3, dando vita alla Spider 1750 Veloce da 118 cv. La gamma Spider si sdoppia nel 1968, quando alla Veloce si affianca la Junior, dotata di un motore da 1.3 litri da 103 cv: la minore cilindrata e l’allestimento semplificato permettono di aumentare la potenziale clientela della Spider anche a un pubblico più giovane, alla ricerca di minori costi di esercizio.
Queste nuove versioni non avevano comportato modifiche alla bella linea ad osso di seppia di Pininfarina, cosa che avviene nel 1969 con la presentazione della seconda serie della Spider, la cosidetta Coda Tronca: la parte posteriore viene alzata e tagliata in modo netto (coda tronca, appunto), in conseguenza di cui il Duetto si accorcia di 12 centimetri. Questa modifica permette allo Spider Alfa Romeo di mantenersi al passo con le mode del periodo, nonchè di incrementare la capienza del bagagliaio. Altre modifiche riguardano il parabrezza, adesso maggiormente inclinato, nuovi paraurti, le maniglie.
Le ultime evoluzione della Spider: ed è subito Istant Classic
La terza serie nasce nel 1983: la Aerodinamica presenta parauti avvolgenti, nuova calandra, spoiler in materiale sintetico che avvolge tutta la coda. Un’auto sempre affascinante, ma decisamente appesantita dai troppo innesti volti a modernizzarla, ma che anzi, con gli anni, ne determinano un invecchiamento fin troppo rapido. La soluzione arriva nel 1990 con la quarta serie, anche detta Elegante: la carrozzeria Pininfarina ridà pulizia alla linea del Duetto, eliminando anzitutto le appendici aerodinamiche e ridisegnandone la parte posteriore. Come già riportato, la produzione della Spider prosegue fino al 1993, ma gli ultimi esemplari saranno consegnati nel 1995, facendone al tempo un vero e proprio instant classic.
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